Grazia Perrone - anno scolastico 2004-2005
Grazia Perrone - 03-07-2005
Formazione forzata per tutti gli insegnanti in esubero si chiede, retoricamente, la FLC-Cgil nel suo sito ufficiale?
Ebbene la risposta è sì ... basta leggere l'articolo 3, comma 4 del decreto legge n. 115 relativo all'immissione in ruolo di, ...
Grazia Perrone - 04-06-2005
Inoltro il testo (preceduto dalla minuta di accompagnamento) della nota a verbale al contratto di istituto che il dirigente/datore di lavoro (il quale, alle ultime elezioni amministrative cittadine, si è candidato - con scarso successo - nella lista ...
Grazia Perrone - 18-05-2005
(...)""Io mi sono assunto quasi da solo la responsabilità di dire no ad un contratto che stava per chiudersi e che non mi sembrava giusto chiudere (...)" .

Così si è espresso il Presidente del Consiglio ... e persino un bambino capirebbe ...
Grazia Perrone - 30-04-2005
Il contratto della scuola, relativo al secondo biennio economico, è scaduto dal 31 dicembre 2003. Se non sarà rinnovato entro il 31 dicembre di quest'anno salterà una tornata contrattuale con, indubbi, benefici per il ... "datore di lavoro" (lo Stato). Finora nel rapporto di lavoro di tipo privatistico inaugurato dalla legge 29/93 è accaduto una sola volta: nel biennio economico 1992/93. In quel caso il mancato accordo depauperò (con un'inflazione galoppante che si aggirava intorno al 14%) il cospicuo aumento stipendiale (500mila lire a testa) strappato nelle lotte del biennio '88/'89 [1]. Lotte in cui una cospicua e combattiva minoranza agente di docenti utilizzò - come forma di lotta - lo sciopero degli scrutini ad oltranza. Utilizzando, anche, una intelligente forma di ... "turn over" tra gli scioperanti (per bloccare gli scrutini è sufficiente l'assenza di un solo docente). Oggi questa protesta - grazie agli accordi sottoscritti dalle OOSS con i governi "amici" - è illegale ma ... di fronte all'indecenza della proposta "padronale" di cui si riferisce in questa nota ripresa da l'Unità troveranno il coraggio necessario per chiamare il personale (docente e non docente) ad una mobilitazione degna di questa nome e di passare dalle parole ai fatti? In altre parole - e senza inutili perifrasi - di fronte alla possibilità del blocco contrattuale sono disposti a disattendere le norme contrattuali che hanno sottoscritto e a proclamare lo sciopero degli scrutini ad oltranza?.


[1] L'ulteriore "mazzata" sullo stipendio "principesco" del personale docente - lo dico a beneficio dei colleghi più giovani - derivò dalla stipula del primo contratto (4 agosto 1995) della "scuola azienda" nel quale fu eliminato il meccanismo dello scatto, stipendiale, biennale. A partire da quel momento il potere d'acquisto del personale docente ha subito una strabiliante e inarrestabile discesa ... che continua ancora oggi.
Grazia Perrone - 14-04-2005

"(...)Attraverso queste maglie del decreto di amnistia noi abbiamo visto uscire non soltanto coloro che dell'amnistia erano meritevoli, cioè coloro che avevano commesso reati politici di lieve importanza, ma anche gerarchi: Sansonelli, Suvich, Pala; abbiamo visto uscire propagandisti e giornalisti che si chiamano Giovanni Ansaldo, Spampanato, Amicucci, Concetto Pettinato, Gray. Costoro, per noi, sono più responsabili di quei giovani che, cresciuti e nati nel clima politico pestifero creato da questi propagandisti, si sono arruolati nelle brigate nere ed in lotta aperta hanno affrontato i partigiani e ne hanno anche uccisi (...) Attraverso queste maglie abbiamo visto uscire coloro che hanno incendiato villaggi con i tedeschi, che hanno violentato donne colpevoli solo di aver assistito i partigiani (...) Abbiamo visto uscire una parte della banda Kock, la Marchi, la Rivera, Bernasconi (...) Ricordiamo che l'epurazione è mancata: si disse che si doveva colpire in alto e non in basso, ma praticamente non si è colpito né in alto né in basso. Vediamo ora lo spettacolo di questa amnistia che raggiunge lo scopo contrario a quello per cui era stata emanata: pensiamo, quindi, che verrà giorno in cui dovremo vergognarci di aver combattuto contro il fascismo e costituirà colpa essere stati in carcere ed al confino per questo. (...)". (Sandro Pertiniintervento all'Assemblea Costituente all'indomani dell'amnistia ai fascisti avvenuta il 22 giugno 1946).

La storiografia resistenziale e di sinistra per troppo tempo ha cercato di arginare il dilagare dei vari "revisionismi" orchestrati dalla destra, cercando di negare il fatto che nella guerra partigiana non sempre le cose andarono secondo regole del "bon ton" oppure sottolineando il valore morale di quella violenza; in altre parole, al revisionismo storico si è voluto dare delle risposte etiche invece che storiche. La mitizzazione della Resistenza era peraltro iniziata mentre ancora divampava il conflitto, quando per un complesso di ragioni politiche e propagandistiche da più parti questa venne definita come un "secondo Risorgimento" e presentata quale continuazione ideale della guerra '15-'18 contro gli Imperi Centrali. In questa rappresentazione convergevano infatti diversi interessi e preoccupazioni politiche: gli antifascisti cattolici e liberali temevano che la guerra di liberazione nazionale si sviluppasse in senso sociale divenendo guerra di classe, i monarchici da parte loro speravano in questo modo di non veder messo in discussione il loro potere dinastico, dato che i Savoia erano stati protagonisti dell'Unità d'Italia, mentre il Partito Comunista di Togliatti che intitolò a Garibaldi le sue formazioni partigiane, preferiva ricollegarsi alla retorica staliniana della "guerra patriottica" avendo ben presente che, dopo la storica conferenza di Yalta, i comunisti italiani avrebbero dovuto rinunciare alla rivoluzione socialista.

L'analisi più lucida di quel periodo storico è formulata dal settimanale inglese The Economist (5 maggio 1945).

Grazia Perrone - 09-04-2005
La data di nascita dell’autonomia scolastica decorre dal 1° settembre 2000. In realtà, molte cose sono già cambiate a seguito della sperimentazione avvenuta in molte scuole nel biennio precedente: il fatto nuovo – e giuridicamente rilevante - è che si passa da una situazione “transitoria” ad una di pienezza giuridica, che rappresenta un “punto di non ritorno”.

A rendere irreversibile tale processo ci ha pensato il ministro De Mauro – appena subentrato a Berlinguer “sfiduciato” dallo sciopero del 17 febbraio 2000 - con due “circolari balneari” (una costante del dicastero guidato da Berlinguer/De Mauro) emanate, ambedue, il 3 agosto. Di queste, la prima (n. 193) detta le regole per attestare formalmente il possesso dell’autonomia pur in assenza del provvedimento normativo di riforma degli organi collegiali (che, a tutt’oggi, manca ingenerando numerosi equivoci e “pasticci” interpretativi).

La seconda, n. 194, annuncia un taglio netto (pari al 70%) ai finanziamenti per le scuole autonome (ebbene sì la Moratti non è la sola né la prima a “tagliare” i fondi per la scuola statale). A partire dal 1°settembre i finanziamenti per ampliare e diversificare il piano formativo saranno erogati sulla base del numero degli studenti e degli insegnanti di ciascuna scuola: mediamente ogni scuola autonoma riceverà 6 milioni (di vecchie lire) annui contro i 18 erogati l’anno precedente ad istituti analogamente dimensionati che hanno agito in regime di sperimentazione. A questa cifra, in base alla legge n. 440/97, va aggiunto uno specifico capitolo di finanziamenti da destinare alla formazione “di tutto il personale scolastico” (ATA compresi). Si tratta di una quota uguale per tutti gli istituti pari a 750mila lire cui si aggiungono 12mila lire lorde per ogni unità di personale.

Il personale docente e ATA, dunque, per quanto concerne la formazione sono la stessa cosa! Perlomeno stando alla quota finanziaria annua lorda assegnata a ciascun ‘operatore’ ( da notare il lessico ministeriale di “sinistra” … sic!).

In virtù di quanto detto finora mi sembra opportuno ripassare alcuni concetti – lessicali e giuridici – che caratterizzano l’avvio dell’autonomia e che hanno costituito, per molti di noi, il banco di prova per verificare in che modo sono stati interpretati (dai dirigenti-datori di lavoro) i nuovi compiti operativi loro assegnati. E in qual misura i sindacati tradizionali (confederali e snals) sono corresponsabili della progressiva aziendalizzazione della scuola che ha comportato, conseguentemente, ad un’accelerazione del processo impiegatizio della professione docente.
Grazia Perrone - 01-04-2005
La “leggenda metropolitana” che attribuisce alla Moratti il (de)merito di aver “privatizzato” la scuola statale è dura a morire. Alla Moratti, al contrario, va riconosciuto il merito di aver evidenziato – coniugandole in “chiave” liberista – le contraddizioni delle norme (recepita anche nei CCNL) “partorite” in regime di concertazione e “perfezionate” dai governi di centrosinistra.
Grazia Perrone - 17-03-2005
Lo avevamo già scritto e avevamo formulato un quesito di interpretazione autentica al MIUR rimasto senza riscontro. La figura dell'insegnante tutor, prevista dal decreto legislativo del 19/2/2004, n. 59, è - giuridicamente
- inammissibile nelle classi già funzionanti secondo le vecchie regole. Per queste ultime e fino al completamento del ciclo vale la norma pregressa che - nella fattispecie - è l'art. 128 (commi 3 e 4) del Testo Unico n. 297/94 [1]. A stabilirlo - in modo inequivoco - è una sentenza del TAR Puglia.


Tar Puglia: le vecchie classi non conoscono tutor.

Sono illegittime le delibere con le quali il collegio dei docenti di una scuola elementare ritiene di poter anticipare l'integrale attuazione della riforma della scuola.
Il collegio non può in particolare decidere di introdurre la figura dell'insegnante tutor, prevista dal decreto legislativo del 19/2/2004, n. 59, nelle classi già funzionanti secondo le vecchie regole, in ordine alle quali, al contrario, per ragionevole scelta legislativa di continuità didattica, deve continuare a trovare applicazione la precedente disciplina. Questo è quanto ha sancito il Tar Puglia, sezione II, con la sentenza n. 252/2005. Nel caso in esame, dei genitori di alunni frequentanti una scuola elementare statale avevano impugnato le delibere adottate dal collegio dei docenti con le quali si era ritenuto di poter anticipare l'integrale attuazione della riforma di cui al decreto n. 59, anche alle classi già funzionanti secondo le vecchie regole. I ricorrenti, infatti, avevano sostenuto che doveva continuare a trovare applicazione la disciplina recata dall'articolo 128 del decreto legislativo 16/4/1994, n. 297.

Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia ha accolto il ricorso.

Secondo i giudici amministrativi, infatti, è indubbio che la riforma scolastica (scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione) introdotta dal dlgs n. 59 non potrebbe trovare integrale attuazione con riguardo alle classi di scuola elementare ancora funzionanti secondo il precedente ordinamento e agli alunni a esse iscritti.

A confermare questa applicazione è la stessa norma, che all'articolo 19 espressamente enumera le disposizioni del decreto legislativo 16/4/1994, n. 297, da ritenersi abrogate soltanto a decorrere dall'anno scolastico successivo al completo esaurimento delle sezioni e delle classi. Tra le disposizioni di cui si prevede la ultravigenza, con il chiaro intento di perseguire l'obiettivo della continuità scolastica, vi è appunto, come dedotto dai ricorrenti, l'articolo 128, commi 3 e 4, del citato Testo unico n. 297/1994, il quale, in tema di programmazione e organizzazione didattica, fissa il principio secondo cui nell'ambito dello stesso modulo organizzativo i docenti operano collegialmente e sono contitolari della classe o delle classi a cui il modulo si riferisce.

Tale principio, dunque, è da ritenersi assolutamente inconciliabile con quello inerente all'introduzione di un docente con posizione preminente all'interno di una classe ( il cosiddetto tutor) di cui all'articolo 7, comma 5, del decreto n. 59, deve rimanere fermo per quelle classi funzionanti ancora secondo le regole proprie del precedente ordinamento. Pertanto, alla luce di queste considerazioni, illegittimamente il collegio dei docenti ha ritenuto, attraverso le delibere impugnate, di poter anticipare l'integrale attuazione della citata riforma scolastica anche alle classi già funzionanti in ordine alle quali deve continuare a trovare applicazione la disciplina recata dal citato articolo 128 in materia di programmazione e organizzazione didattica.

ItaliaOggi 15/3/2005
Grazia Perrone - 11-03-2005
Qual è il percorso "storiografico" attraverso il quale si è pervenuti alla mostruosa montatura (cinematografica ... prima ancora che storica) attuale sulle foibe e l'esodo dalmato/istriano? Ebbene, nel 1983 - a rammentarcelo è lo storico triestino Galliano Fogar - usciva, su Storia Illustrata -, un articolo di Antonio Pitamitz, uno storico appartenente alla stessa "scuola di pensiero" di Faurisson il capostipite del "negazionismo olocaustico", che dell'attuale revisionismo menzognero ne costituisce la premessa "culturale". Chiamiamola così. Il direttore della Collana, edita da Mondadori, era Giuliano Ferrara, e redattori Renzo de Felice, Paolo Mieli, Ernesto Galli della Loggia ... Sempre gli stessi, guarda caso, che - dalle pagine del Corriere - "volgarizzano", ad uso e consumo del lettore/consumatore, la Storia capovolgendone fatti e contesto sociologico. Una logica ed una prassi non condivisibili .
Grazia Perrone - 09-03-2005
Con la sottoscrizione il 2.2.2005 della sequenza contrattuale, che ha riscritto l’art. 142 del CCNL 2003 del 24.7.2003, è stato soppressa la normativa prevista dall’art. 25 commi 16 e 17 del CCNL 4.8.1995. [1]

In pratica - mi conferma Libero Tassella coordinatore della Gilda di Napoli - dal 2.2.2005, cioè dall’entrata in vigore della citata sequenza e - a parer mio - con effetto retroattivo ovvero a partire dalla stipula del contratto (24 luglio 2003), sono state soppresse quelle norme che, in caso di impedimento ad assumere servizio, attribuivano alla lavoratrice madre in astensione obbligatoria o in interdizione anticipata, la conservazione del posto (nomina giuridica) ma non gli effetti economici (nomina economica).
Finalmente il nuovo testo dell’art. 142 stabilisce - inequivocabilmente - il principio che alla supplente in astensione obbligatoria o in interdizione anticipata spetta la nomina non solo ai fini giuridici ma anche economici.

Sancito questo principio - si legge in una nota inviata al Direttore Scolastico Regionale dott. Bottino - (...)"alla supplente impedita ad assumere servizio, spetta ora anche la proroga della supplenza, infatti se la supplenza è attribuita non solo ai fini giuridici ma anche economica, allora le si deve riconoscere anche la proroga della supplenza così come accade per tutti i supplenti il cui rapporto di lavoro si sia perfezionato con l’assunzione in servizio (...)". Per ottenere il riconoscimento di questo diritto, dunque, non è più necessario far ricorso al giudice del lavoro.

In allegato la nota in oggetto inviata - non a caso - l'otto marzo a tutela delle lavoratrici della scuola in astensione obbligatoria o in interdizione dal servizio.
Grazia Perrone - 28-02-2005
Così recita lo slogan di un "vecchio" striscione del Circolo Anarchico "Ponte della Ghisolfa" di Milano. Uno slogan che riprende - sintetizzandola in pillole - una celeberrima analisi politica di Max Weber.

Leggendo questa nota - che vi propongo ...
Grazia Perrone - 16-02-2005
(...)"Aspettavamo la storia ed invece é arrivata la fiction... La realtà io me la sento nel corpo, quest'agglomerato di cellule che hanno geni misti, e solo poco meno di tre quarti sono italiani, gli altri sono sloveni. Misti come le nostre terre e ogni volta che la nostra storia viene lacerata in questo modo, mi sento lacerare anch'io. Una sofferenza difficile da comunicare a parole. (...)". E' quanto scrive Paola Lucchesi a commento della "fiction" televisiva "Il cuore nel pozzo". La questione delle foibe e la “Giornata della memoria”, nonché la già citata fiction televisiva hanno trovato ampio spazio sulle pagine della stampa d’oltremare. Nonostante non ci siano state reazioni ufficiali dei governi, sui quotidiani sloveni e croati sono usciti nei giorni scorsi commenti, interviste, articoli e trafiletti su questo argomento. Ve ne propongo alcuni stralci

Il 9 febbraio, il quotidiano sloveno “Dnevnik” riporta un lungo articolo sulla fiction televisiva. Oltre a riportare dell’alta percentuale di audience ricevuta in Italia dalle due puntate dello sceneggiato, sottolinea la reazione dell’Accademia liberale slovena alla proiezione del film, valutato come “opera di indottrinamento e di propaganda politica”. Dal canto suo l’Accademia slovena – riporta il Dnevnik - ha controbattuto con la proiezione di un altro film dal titolo “Nel mio Paese”. Una pellicola sui crimini commessi dagli Italiani e dai Tedeschi nei confronti degli Sloveni, girata nel 1948. L’Accademia, si legge, ha esplicitamente chiesto al governo sloveno di reagire a questa “manipolazione della storia”.

Sullo stesso tema prende posizione il quotidiano della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, “La voce del popolo”, con un articolo intitolato “’Furono giustiziati 284 fascisti’ - I combattenti dell’Istria reagiscono alla ‘campagna denigratoria’”. Nell’articolo la fiction televisiva “Il cuore nel pozzo” viene contestata dall’Associazione regionale dei combattenti antifascisti, la quale dichiara che lo sceneggiato è “falso, denigratorio e fuorviante”. Il pezzo del quotidiano di Pola prosegue citando il commento di Tomo Ravnic, membro dell’associazione, intervenuto durante la conferenza stampa del 9 febbraio.

Da quando in Italia è salito al potere Berlusconi per noi le cose sono cambiate: per certa stampa ogni occasione è buona per dire male di noi. Ci dà fastidio il fatto che incessantemente si dice che i partigiani, cioè i combattenti antifascisti, hanno ucciso gli italiani solo in quanto tali. È un’atroce bugia che non possiamo tollerare”, ha commentato Ravnic.

Nello stesso articolo viene riportata la dichiarazione del giornalista Armando Cernjul, il quale non risparmia critiche ai colleghi italiani e al governo croato: “Noi non riusciamo a scrivere tanti articoli quanti sono i libri che in materia si danno alle stampe in Italia.” E poi: “Non passa giorno che alcuni giornali – Il Piccolo, TriesteOggi – non attacchino il movimento partigiano, esagerando il numero degli infoibati. Si vergogni il Governo (croato, n.d.a.) che non reagisce mai. Noi facciamo da pompieri, reagiamo quando qualcuno ci colpisce, ma le cose vanno chiarite una volta per tutte. Le foibe: non sono invenzione nostra; cent’anni fa l’irredentismo italiano ci minacciava con trattamenti simili.”

Sempre il 9 febbraio, il quotidiano croato “Slobodna Dalmacija” esce con un articolo dal titolo “I media e i politici italiani alla vigilia della celebrazione del ‘Giorno della memoria’ - Sulla tragedia degli esuli italiani: la Zagabria ufficiale tace sulle foibe”. Nell’articolo Senol Selimovic, giornalista del quotidiano croato, riprende ampiamente la corrispondenza inviata al sito Osservatorio sui Balcani da Drago Hedl sulle foibe viste dalla Croazia, nella quale si sottolinea il silenzio di Zagabria sulla questione delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmato.

Il giorno successivo in Slovenia “Delo”, “Dnevnik”, “24 Hur”, riportano una notizia dal titolo, “Studenti italiani non desiderano imparare la cultura croata”.

Cinque studenti di lingua e letteratura croata dell’Istituto per l’Europa centrale e sud-orientale dell’Università La sapienza di Roma, mercoledì scorso (9 feb., ndt.) hanno protestato di fronte all’istituto per cambiare il corso di studi, perché non volevano studiare la cultura di un popolo che ha ucciso gli Italiani solo perché erano Italiani”.

Nel riportare la notizia i quotidiani aggiungono che ciò fa parte di un’isteria collettiva che ha preso forma attraverso i media alla vigilia del “Giorno del ricordo”, indetto dall’Italia per il 10 febbraio. Secondo i quotidiani sloveni, si tratterebbe di una campagna del centro destra, guidata da Silvio Berlusconi, con l’intento di attaccare gli oppositori politici del centro sinistra.

Il 10 febbraio “Slobodna Dalmacija” ritorna sulla questione con un articolo dal titolo “L’Italia si rammarica, e la Croazia non festeggia”, ancora a firma di Senol Selimovic. Un lungo articolo di carattere storico in cui l’autore presenta i fatti del 1947, anno della Conferenza di Pace di Parigi, ossia – come precisa l’autore – della decisione sulla perdita delle “province orientali” dell’Adriatico. Secondo Selimovic, “una perdita dolorosa solo per gli sconfitti fascisti italiani”.

Più ad est, anche i media serbi hanno dato spazio alla notizia della celebrazione in Italia del “Giorno della memoria” e della fiction televisiva. Il 6 febbraio il quotidiano “Politika” ne aveva parlato intervistando l’attore belgradese Dragan Bjelogrlic, che interpreta il ruolo del partigiano sloveno Novak, ne “Il cuore nel Pozzo”. Il giorno stesso della celebrazione, 10 febbraio, la notizia viene battuta da B92, una sottolineatura va alle forti reazioni della Slovenia alla fiction televisiva della RAI. L’11 febbraio ne parla anche il quotidiano di orientamento progressista “Danas”. “Passerella della destra a Trieste” è il titolo dell’articolo del quotidiano belgradese in cui compaiono le parole del ministro Tremaglia in visita a Trieste e le reazioni sollevate in Slovenia, oltre che alle punte di ascolto della fiction sulle foibe. “Danas” ritorna sulla questione con un articolo pubblicato nell’inserto settimanale, “Danas vikend”. “Violazione nelle fosse della morte” è il titolo dell’articolo pubblicato dal settimanale, nel quale viene presentato il quadro storico di riferimento, date e cifre, senza dimenticare i crimini delle camicie nere nei campi di concentramento , in particolare sull’isola di Rab, in Croazia.

Grazia Perrone - 31-01-2005
IL giudice monocratico (sezione Lavoro) del Tribunale di Genova ha condannato un dirigente/datore di lavoro (e il MIUR) al pagamento del 100% del periodo coincidente (...)" all'astensione facoltativa per nascita del figlio entro i primi tre mesi di ...
Grazia Perrone - 27-01-2005
Le leggi razziali? Un "incidente di percorso" secondo Domenico Gramazio esponente di spicco del partito postfascista (attualmente al potere) secondo il quale persino il "mazziere" Almirante, segretario di redazione del settimanale "La difesa della razza" salvò degli ebrei. Ebbene per rinfrescare la memoria non certo dei Gramazio e dei similari ma di quanti hanno sincero interesse a conoscere la verità storica propongo ai lettori di Frg la lettura di un'indagine molto approfondita e poco conosciuta su cosa ha significato, in realtà, per le popolazioni civili della Slovenia e della Dalmazia l'occupazione militare italiana nel periodo immediatamente precedente l'armistizio dell'otto settembre 1943. Un'occupazione brutale che ha indotto la commissione internazionale d'inchiesta per i presunti criminali di guerra italiani (1946-49) a deferire alla giustizia alcuni di questi generali unitamente a numerosi (e zelanti) graduati e ufficiali. Il governo italiano però, come già avvenuto per le inchieste sulle stragi nazifasciste "imboscate" nell'armadio della vergogna, ha fatto di tutto per evitare l'estradizione ed il processo. Che non c'è mai stato.
Grazia Perrone - 10-01-2005
(...) Il funerale di Piero Ferrero segretario provinciale della FIOM di Torino era presto, alle otto. E allora ci troviamo lì, al cimitero, eravamo cinque uomini, undici donne, compresa mia moglie. Ecco, io ho poi commentato in certe interviste, con più di ventimila organizzati dalla FIOM, non c'era un rappresentante della FIOM. (...)" Eccolo l'effetto del terrore fascista.(Maurizio Garino)


Nella testimonianza di Maurizio Garino, uno dei fondatori, introdotta e redatta da Marco Revelli, [1] l'affascinante (e sconosciuta ai più) storia della Scuola Moderna di Torino, nella prima e seconda decade del secolo scorso. Una scuola ideata, progettata e realizzata - sulla falsariga di quella fondata da Francisco Ferrer in Spagna - da operai anarchici e socialisti che sceglievano liberamente la loro cultura senza condizionamento alcuno e che fu spazzata via, nel 1922, dalla violenza fascista. La scuola libera - è questo, in ultima analisi, il succo del pensiero pedagogico della Escuela Moderna di Francisco Ferrer - farà degli uomini liberi, delle coscienze adamantine, degli atleti del pensiero e dell'azione, mentre invece la scuola dogmatica, serva dei pregiudizi e dei privilegi, non ci può dare che degli ipocriti, dei deboli, dei servi, dei codardi, dei ciurmatori della politica e dei mistificatori del giusto e del vero. Nella scuola - scrive Ferrer - si deve al bambino, al giovinetto, all'adulto insegnare a leggere, a scrivere, ad osservare e studiare i fenomeni della natura, delle cose e degli uomini; lasciare che la sua intelligenza conservi tutta la libertà di osservazione e d'iniziativa; non trasportarla dal verismo e dalla realtà dei fatti; non incominciare a inculcare l'odio fra gli uomini e fra i popoli; ma insegnargli invece fin da quando può balbettare la prima parola e scrivere la prima lettera ad amare la verità e la giustizia, le sole figure simboliche ed astratte che si devono far grandeggiare nella mente e nell'animo di tutti.

E per far questo bisogna far sì che la scuola sia libera dalle prepotenze e dai pregiudizi politici, economici e religiosi, e deve essere razionale; vale a dire ispirata ai soli sentimenti che rispecchiano la realtà dei fatti, e deve insegnare a dare a questi il loro significato e il loro valore, senza ricorrere a giustificazioni inique, a ipotesi assurde. Non si potrà quindi in questo genere di scuola giustificare e alterare la genesi della proprietà privata; nobilitare la funzione degli Stati e delle Chiese; fomentare istinti selvaggi di guerra, e di militarismo; elevare inni alla tirannide ed allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. (cfr. Francisco Ferrer in un articolo pubblicato nella rivista, da lui fondata, L'Ecole Renovée e The origin and Ideals of the Modern School opera postuma pubblicata, nel 1913, a New York a cura della Casa editrice G.P. Putnams Sons).

Grazia Perrone - 15-12-2004
Il contratto collettivo di diritto comune (come quello instaurato nella scuola pubblica in seguito alla privatizzazione del rapporto di lavoro ai sensi e per effetto della legge n. 29/93 e successive modifiche e integrazioni) puo' avere non solo una ...
Grazia Perrone - 03-12-2004
"Il diritto alla salute prevale sull’obbligo (stabilito anche contrattualmente) di restare a casa nelle ore della “fascia di controllo”. L'assenza alla visita di controllo, per non essere sanzionata dalla perdita del trattamento economico di malattia ...
Grazia Perrone - 29-11-2004
Passa in Senato una riforma del codice penale militare che prevede pene molto pesanti per chi darà informazioni relative alle missioni militari cui partecipa l'esercito italiano. Questa norma, già grave di per sè, sarebbe poco influente in un ...
Grazia Perrone - 26-11-2004
A proposito di autobiografie segnalo dal Corriere della Sera - 25 novembre 2004 - pag. 37


Nel tardo pomeriggio del 5 maggio 1937 al primo piano di Plaza dell'Angel 2, Barcellona, Camillo Berneri dedicava il suo sincero sorriso schivo di sempre ...
Grazia Perrone - 13-11-2004
Ovvero: processo a un film mai fatto

La più pungente rappresentazione satirica della figura del censore ci viene forse da Renato Rascel calato in Gran Varietà di Domenico Paolella (1954) nei panni di un grigio funzionario del Minculpop (il Ministero fascista della Cultura Popolare) incaricato della revisione preventiva di uno spettacolo di rivista, Fascino d’oggi: il sesso non dà problemi, mentre i suoi strali si abbattono impietosi sul titolo, che potrebbe leggersi "Fasci… no" o sulla canzone "È arrivata la bufera…" che può indurre a commenti antipatriottici. I tempi cambiano, ma i ligi funzionari dello stato continuano pervicacemente a compiere il loro "dovere". Nel dopoguerra la compagnia, che continua a tenere in cartellone lo stesso spettacolo, si ritrova dunque alle prese con lo stesso censore, ora implacabile "copritore di vergogne", ma molto più elastico sulle battute politiche: "C’era quella su Togliatti! Che risate! E quella su Nenni! Che risate! Quella su De Gasperi… un po’ meno".
La satira, situata storicamente, sembra un po’ meno innocente, se si pensa che il 10 settembre dell’anno precedente Renzo Renzi e Guido Aristarco erano finiti in carcere militare per aver pubblicato su "Cinema Nuovo" L’armata s’agapò, un soggetto sull’esercito italiano in Grecia. I due episodi esemplificano le facce di una concezione della censura come strumento "di lotta e di governo", che da un lato usa la leva dei contributi finanziari per scoraggiare autori e produttori dall’affrontare temi ritenuti scomodi e dall’altro fa sostituire la figura intera del David di Donatello dalla sigla dei cinegiornali della Settimana Incom con un più casto mezzobusto.
Grazia Perrone - 04-11-2004
Riporto dal sito La voce

In dicembre verranno resi noti, a livello internazionale, i risultati di Pisa 2003.
Il Programme for International Student Assessement è il più vasto studio comparativo internazionale sul rendimento scolastico degli studenti mai realizzato fino ad ora. Promosso dall´Ocse e affidato per la gestione a un consorzio internazionale di istituti di ricerca, coinvolge quasi tutti i paesi dell´organizzazione e molti altri che non ne fanno parte. È organizzato in cicli triennali e si propone di rilevare le competenze degli studenti quindicenni in comprensione della lettura, matematica e scienze. In ciascuna delle rilevazioni (la prima è stata realizzata nel 2000), l´attenzione è focalizzata su uno di questi ambiti, con una parte di domande, numericamente meno rilevante, anche sugli altri due.
La rilevazione del 2003 ha posto al centro le competenze in matematica.

Un silenzio tutto italiano

Al di là dei rilievi e delle osservazioni critiche di cui può essere oggetto, è comunque indubbio che, per ampiezza e caratteristiche, Pisa rappresenta una fonte notevolissima di dati sui sistemi scolastici. E offre l´opportunità di un confronto di grande utilità per capire meglio quali caratteristiche di ciascun sistema scolastico siano alla base di risultati migliori o peggiori in tre aree fondamentali della formazione scolastica.
Non a caso, a partire dalla pubblicazione dei risultati di Pisa 2000, in molti paesi si è sviluppata una discussione ampia e spesso aspra sulla loro interpretazione, sulle cause dei livelli di rendimento degli studenti considerati insoddisfacenti, sulle decisioni da adottare per migliorare i sistemi scolastici. L´attesa per i risultati di Pisa 2003 è già alta: ne sono prova il numero degli articoli apparsi sulla stampa specializzata (ma non solo), i dibattiti pubblici, le iniziative adottate in preparazione della presentazione dei risultati.
In Italia, niente di tutto questo. Non è stato mai pubblicato alcun rapporto sui risultati di Pisa 2000, niente si sa di che cosa si intenda fare per la presentazione dei risultati di Pisa 2003. Molto probabilmente, a parte qualche articolo sulla stampa a ridosso della presentazione dei risultati internazionali, anche questa volta tutto verrà messo in sordina.
Le cause di questo atteggiamento sono molteplici.
Grazia Perrone - 26-10-2004
Per il tutor la legge non è sufficiente o, meglio: "E' possibile disapplicare la legge per contratto"? E' quanto si chiede Tuttoscuola Focus n. 74/170 (del 25 ottobre 2004) nella nota che segue. Il quesito - in un momento in cui non mancano tensioni ...
Grazia Perrone - 25-10-2004
La descrizione di scenari politici formulata da un economista è sempre istruttiva. Assetti, strategie, decisioni e cambiamenti ai quali, di solito, fa velo il fumo della politica e dell'ideologia (e spesso della retorica) si rivelano in una luce nuova e abbagliante. Il terrorismo non fa eccezione. Parlarne in termini esclusivamente politici significa entrare in un labirinto di distinguo, sottigliezze, sfumature che lasciano un senso di spossatezza e di impotenza. Ma se qualcuno prova a ricucire i fili economici che tengono insieme il terrore andandoli a ricercare dalla guerra francese in Indocina "intrecciarli" fino alla Guerra fredda e risalire, infine, fino ad Al Qaeda, cambia tutto. Cambia la percezione del mondo.

E ci si accorge che il problema fondamentalmente sono i soldi. Una marea di soldi, il 5% del Pil mondiale. Un bilancio illegale - per intenderci - che supera di due volte il PIL di un Paese tecnologicamente avanzato come la Gran Bretagna. Questa è quella che Loretta Napoleoni chiama la new economy del terrore: un'economia tesa al finanziamento del terrore che, a sua volta, punta a distruggere l'economia di uno Stato per sostituirvi la propria.
Grazia Perrone - 23-10-2004
Le libertà sindacali - cara Rsu ( da leggere nei commenti) - attengono alla sfera dei diritti soggettivi costituzionalmente garantiti e giuridicamente tutelati.

In quanto tali sono inalienabili ... "a prescindere" dal ruolo elettivo o ... dalla ...
Grazia Perrone - 12-10-2004
Ancora una "picconata" sulla legge 148/90 già, implicitamente, abrogata dal decreto n. 59 per quanto concerne il "team" docente avente pari dignità giuridica e professionale. Ad essere - implicitamente - abrogato dalla legge Finanziaria 2005, questa volta, è l'articolo 10 (al quale fa seguito il decreto ministeriale attuativo del 28 giugno 1991) che introduce l'insegnamento obbligatorio - operato da docenti appositamente formati e preparati in raccordo con il team docente - di una lingua comunitaria a partire dalla classe seconda. E' un ulteriore passo avanti (o indietro?) verso il/la maestro/a tuttologo/a antecedente il 1990. Un bel tuffo nel passato spacciato - in nome della razionalità del sistema - per modernità. Riporto, di seguito, il commento di Tuttoscuola Focus n. 72/168 dell'11 ottobre 2004 che - tanto per cambiare - fa intendere, dal titolo, che l'iniziativa "siniscalense" di formare tutti i docenti della scuola primaria (in maniera "generalista" e non in modo approfondito e specialistico) sia cosa nuova, buona e giusta ... smentendosi, nella stessa news, poche righe dopo. E' un modo scorretto di fare "informazione" che va stigmatizzato. E denunciato.

Grazia Perrone - 09-10-2004
Rocco Buttiglione c'è cascato un'altra volta. All'indomani della vittoria elettorale del centrodestra con una (malaccorta) intervista concessa - il 16 maggio 2001 - al quotidiano La Stampa di Torino si è "giocato" la potrona di ministro della (non più pubblica) Istruzione.

Oggi, con avventate esternazioni integraliste (cattoliche), rischia di giocarsi la poltrona di vice presidente della Commissione europea con un portafoglio "pesante": Giustizia, libertà e sicurezza.

Ma quale "giustizia e libertà" può assicurare un soggetto (...)"bollato da Cuore con l'appellativo di cleropositivo? (...)". Che considera un prioritario obiettivo "cuturale" (sic!) la reintroduzione della sanzione penale per le donne che praticano l'aborto con la - logica dal suo punto di vista - conseguenza di considerare la revisione della legge 194 più importante della devolution?

E che considera gli omosessuali dei peccatori il cui comportamento è - da un punto di visto "tecnico" (!?) - "indice di disordine morale"?

Ma è sulla concezione della Storia, espressa nella già citata intervista, che vorrei soffermarmi un attimo per il - dichiarato e ostentato - rifiuto nei confronti di una cultura (quella di Sinistra ... o presunta tale) che (testuale) "ha sognato una società perfetta dimenticando che gli uomini stanno sotto il segno del peccato originale".
Grazia Perrone - 04-10-2004
La memoria storica - in epoca di revisionismo imperante e di "epurazione" dei testi storici - fa paura. Non solo in Italia. In Spagna, negli ultimi mesi, la "riscoperta" delle fosse comuni nelle quali sono state sepolte decine di persone (uomini e donne compromessi/e nella Seconda Repubblica ) sta riproponendo un tema a lungo rimosso dalla memoria collettiva: il carattere di massa della sollevazione popolare seguita all'Alzamiento di Franco che vide il popolo di Barcellona (e della Catalogna) in prima linea contro i golpisti. Unitamente al ruolo, preponderante, svolto dagli anarchici nella - iniziale ed effimera - vittoria delle forze democratiche. Riporto, di seguito, un significativo estratto di un articolo pubblicato sul Corsera del 3 ottobre 2004 (firmato da Aldo Cazzullo) che riporta alcune (e non nuove) inesattezze storiche la prima delle quali è rappresentata dal fatto che gli "anarchici non vuotarono gli arsenali" militari quel 19 luglio del 1936 ... come sostiene il giornalista.

Grazia Perrone - 02-10-2004
Oggi 1 ottobre: giornata nazionale contro la riforma Moratti. In tutta Italia si stanno organizzando manifestazioni, feste e scioperi per protestare contro i decreti attuativi (quello già pubblicato in G.U. e quelli preannunciati ma non ancora ufficializzati), chiedere il loro ritiro e abrogare - in ultima analisi - una riforma che stravolge la scuola statale dal punto di vista didattico e da quello dell’organizzazione sociale.
L'onda lunga della protesta inizia dalle elementari (che protestano per il taglio al tempo pieno e per la "messa in mora" del team docente introdotto, appena un decennio fa, dalla Legge 148/90), prosegue alle superiori e si estende ... fino all'università.
L'opposizione sociale che, per tutto l'anno scorso, ha attraversato le scuole e le piazze italiane e che unisce genitori, studenti, personale docente e non docente ai ricercatori universitari ha rallentato, ovunque ha potuto, l'applicazione della riforma Moratti.
E non è poco.
Molte scuole (ex) elementari sono riuscite a difendere gli organici, il tempo scuola, i piani dell'offerta formativa, a rifiutare o "diffondere" la figura del tutor e sono - come mi ha confidato un collega con una battuta che, in questi giorni tristi per i tragici "eventi" irakeni, mi ha fatto sorridere- in attesa delle sanzioni.
Quella che, per la Moratti, doveva essere una marcia trionfale celebrata dai media e osannata dai fans e’ diventata una strada irta e tormentata, e infatti non sono mancate reazioni spropositate che poco hanno a che fare con la democrazia. E che ci rappresentano una compagine governativa sull'orlo di una crisi di nervi.
Dei circa 10 decreti attuativi che - ai sensi della legge n. 53/03 - devono, necessariamente, accompagnare la "riforma" (e che devono essere approvati a tutti gli effetti entro il 19 marzo 2005, pena la decadenza di tutta la legge), solo 1, quello sulle materne-elementari-medie, e’ stato effettivamente varato.
Ed è su questo che si concentra, ora, lo sforzo maggiore del, rinnovato e mai domo, dinamismo sociale.
Nei giorni scorsi i sindacati confederali rompendo gli indugi che hanno contraddistinto la loro azione lungo tutta la primavera scorsa hanno diramato un comunicato nel quale (tra le altre cose) si evince chiaro e netto il (testuale) (...)"rifiuto della proposta di tutor definita dall’Atto di Indirizzo che gerarchizza la funzione docente, rompe la collegialità, indebolisce il rapporto con studenti e famiglie (...)".
L'auspicio è che, rinunciando alla retorica della "trattativa difficile", la smettano con la finzione sociale che ha ne ha contraddistinto, finora, l'azione e, questa volta, facciano seguire - alle parole - i fatti.

Grazia Perrone - 29-09-2004
Lo avevamo già scritto tempo fa.
Giuseppe Aragno era stato ancor più esplicito
Ora è ufficiale
Le mie previsoni più fosche in merito all'applicazione "dorotea" della norma si stanno avverando e la riforma Moratti sta passando.
Gradualmente si premurano di dirci. Ma sta passando ... nonostante gli appelli alla "resistenza" che proliferano in rete.
E' sufficiente leggere i comunicati sindacali (anche del "mio") per comprendere che la "trattativa difficile" è - in realtà - solo una foglia di fico dietro la quale si cela l'ennesima finzione sociale che ha - nel sindacato che concerta il principale (e consapevole) attore protagonista.
Con la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego (ai sensi e per effetto della legge 29/93 e successive modifiche ed integrazioni) [1] il legislatore ha rinunciato a regolare autonomamente taluni aspetti della legislazione secondaria (quali ad esempio la retribuzione, i compiti e l'orario di servizio del personale docente) avocando a sé la determinazione esclusiva della norma primaria.
Banalizzando molto potrei dire che - al Parlamento - spetta il computo di formulare le leggi; ai Sindacati quello di regolamentarne taluni aspetti.
E che quanto affermo sia vero, lo riconosce implicitamente lo stesso Dacrema quando scrive che prima c'è stata la legge Finanziaria (la n. 662 del '96) e dopo il contratto (del '99 e del 2003).
Quali sono le leggi formulate dal Parlamento sulle quali la contrattazione può intervenire per addolcirne gli effetti senza stravolgerne l'impianto?
Esse sono:
1) La legge 53 del 28 marzo 2003 che - contrariamente a quanto affermato da molti - contiene un, labile, riferimento alla figura del tutor nell'articolo 5, comma 1, lett. g laddove si legge che i docenti appositamente formati possano (testuale) (..)"assumere funzioni di supporto, di tutorato, e di coordinamento dell'attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e formative ;
2) Il 1° decreto attuativo della riforma Moratti, ovvero: la legge n. 59 del 19 febbraio che - all'art. 7 - esplicita e regolamenta giuridicamente la figura del tutor nella scuola primaria (ex elementare);
3) la circolare n. 29 del 5 marzo 2004 che "addolcendo" un po' i toni chiarisce (ma, in realtà, inquieta ancor più) che la figura del tutor non sarebbe una nuova figura professionale ma ... rientra nel profilo professionale docente.
Fin qui la norma primaria votata - a maggioranza e senza un'opposizione sociale e politica degna di questo nome - dal Parlamento.
La norma secondaria affidata alla contrattazione, ovvero il numero dei "fortunati" destinati ad assolvere la funzione tutoriale, le modalità di selezione, l'orario di servizio, le funzioni da espletare, la retribuzione ecc. la stanno ... concertando.
Se ci metteranno poco o tanto non è dato sapere (anche perché i ... "piccioli" sono pochi) ma ... ci informeranno.
Spero.
Ah! Dimenticavo. Ci avevano parlato di un referendum da sottoporre al parere (vincolante? boh!) dei lavoratori. Qualcuno di voi ne sa qualcosa?

[1] Ai sensi di questa norma il contratto - stipulato in regime "privatistico" - non solo è soggetto alle leggi del diritto privato ma assume, immediatamente, il valore di norma cogente avente valore erga omnes senza, ulteriori, atti di recepimento da parte dell'Amministrazione centrale.


Grazia Perrone - 27-09-2004
Non sono affatto sorpresa nell'apprendere (cfr. corsera 25 settembre nota a firma di Beppe Severgnini) che il libro più apprezzato dai ragazzi (e dalle ragazze) sarebbe "1984" di Gerge Orwell.

Non ne sono sorpresa perché Orwell (da sempre) è uno ...
Grazia Perrone - 24-09-2004
Due articoli del 21 settembre 2004.

Il primo pubblicato su l'Unità, il secondo sul Corsera che - stranamente - non sono riuscita a trovare in versione web. Si tratta di un articolo firmato da Lorenzo Cremonesi intitolato: La Croce rossa italiana: ...
Grazia Perrone - 23-09-2004
Avevo già rivolto - in rete qualche anno fa - il medesimo quesito. Ora la riproposizione - su Italia Oggi del 21 settembre 2004 - della stessa domanda e l'esauriente risposta fornita dall'esperto mi spinge a riparlarne. Anche perché la materia è ...
Grazia Perrone - 21-09-2004
I comunisti non cambiano mai. Che si definiscano rivoluzionari o si travestano da "pacifisti imbelli" - Fini docet - questi figuri di dubbia moralità e dalla lingua (o penna?) biforcuta approfittano degli spazi di agibilità democratica concessi loro dalla Costituzione (e che il governo Berlusconi - dopo averla modificata ad personam - vuole "esportare" all'estero) per sparare a zero contro la politica di "pace" del governo più longevo dal secondo dopoguerra. Leggete un po' cos'ha la spudoretezza di scrivere uno di loro in uno dei settimanali più "sovversivi" presenti sul ... mercato. Fossi Bondi suggerirei al presidente/operaio (a mani giunte ... naturalmente) di mandare l'autore della nota - in compagnia dei suoi lettori - in "vacanza" a Ponza (o Ventotene).

Così impara a scrivere quello che pensa.

Grazia Perrone - 15-09-2004
"Enzo non c'è più e nessuno potrà mai ridarcelo,
però è anche qui in mezzo a noi.
Enzo andava incontro alla vita con un sorriso,
continueremo a farlo per lui.
Enzo era innamorato della vita, era un inguaribile ottimista.
L'insieme di queste cose ...
Grazia Perrone - 12-09-2004
La prima appresa dalla lettura dei quotidiani e, quindi, con il crisma dell'ufficialità.

La seconda, ufficiosa, poiché affidata alla ben più subdola (e collaudata) vox populi.

Cominciamo dalla prima. Secondo quanto riportato da Antonello Caruso ...
Grazia Perrone - 07-09-2004
Grande è la confusione sull’istituzione della figura del tutor nella scuola primaria (ex elementare) fin dal primo settembre. Lo si evince dalla lettura dei comunicati sindacali, dai messaggi postati nelle mailing list contenenti dubbi e richieste di interpretazioni autentiche dalle, contraddittorie, direttive ministeriali, dalle note di scoramento e di invito al proseguo della "lotta" lanciate nei siti ... militanti. Dalle telefonate che ricevo. Per cercare di fare un po’ di chiarezza (e per stimolare il dibattito) propongo - sul tema in oggetto - la lettura di ampi stralci di Tuttoscuola Focus n. 67/163 del 6 settembre 2004.


Riforma: 240 mila potenziali tutor, tra disciplina e ribellione

Un aspetto significativo della riforma Moratti che parte da questo anno scolastico è il docente tutor, una figura non ancora pienamente definita, al centro di discussioni, critiche e voglia di disubbidienza.

Secondo la normativa di riforma vi dovrebbe essere un docente incaricato di funzione tutoriale per ogni gruppo-classe. Nella scuola dell’infanzia le funzioni tutoriali sono più ridotte ed entrambi i docenti di sezione sono considerati tutor. Proprio per questo nella scuola dell’infanzia non vi è stata la turbolenza registrata invece nella scuola primaria dove il docente tutor è stato visto con diffidenza e, a volte, con vera e propria ostilità.

Dal 30 agosto proprio sul docente tutor e sui suoi impegni di servizio è stata aperta una trattativa sindacale per definire riconoscimenti giuridici o economici per le responsabilità e i carichi di lavoro determinati dalla nuova funzione.

Non si sa ancora se l’accordo che uscirà dalla trattativa comporterà l’erogazione di compensi accessori per tutti i tutor oppure solamente per una parte di essi costretti a prestazioni aggiuntive, mentre un’altra parte potrebbe beneficiare solamente di riduzione dell’orario di insegnamento per svolgere la funzione tutoriale.

Né si sa se la contestazione serpeggiante in diverse scuole con minaccia di non dare attuazione alla norma andrà in porto.

L’unica cosa che si sa con certezza è il numero delle classi, in ognuna delle quali dovrebbe operare questa nuova figura tutoriale: 41.450 sezioni di scuola dell’infanzia, 136.696 di scuola primaria e 26.029 prime classi della secondaria di I grado che dovrebbero comportare, potenzialmente, 241.768 docenti tutor. Un piccolo esercito, tutto ancora da addestrare e incentivare.


>>> continua...
Grazia Perrone - 06-09-2004
Non è possibile fare della morte di Enzo Baldoni un'occasione di scontro politico - scrive Beppe Del Colle su Famiglia Cristiana (n. 36 del 5 settembre) perché - (...)" nella guerra in Iraq essere pacifisti significa aver capito, e fin da prima che scoppiasse, che essa avrebbe enormemente aggravato i problemi del Medio Oriente e quindi del mondo intero (...)". E' molto difficile non essere d'accordo con una simile impostazione. Eppure, talune affermazioni - a dir poco - avventate e "incaute" di un ministro della Repubblica inducono all'inquietudine e alla riflessione. Le riporto, senza commento, così come sono state pubblicate sul corsera di oggi 5 settembre.

Le parole del ministro sollevano nuovi dubbi sulla vicenda. L’opposizione: il governo chiarisca i punti oscuri

Martino: «Baldoni ucciso subito dopo l’agguato»

In serata il responsabile della Difesa precisa: «Assassinato un paio di giorni dopo il rapimento»


>>> continua...
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